Calascio, la favolosa Rocca e la pastorizia tra i pilastri dell’economia verso un turismo consapevole
di Giorgia Roca

CALASCIO – Ai piedi del castello di Rocca Calascio, importante meta turistica divenuta celebre anche grazie a fortunate pellicole, si estende il borgo di Calascio (L’Aquila) al di sotto della piana di Campo Imperatore e con affaccio sulla Valle del Tirino, a 1.200 metri di altitudine.
È lungo la strada che da Santo Stefano di Sessanio porta a Castel del Monte che si incontra questo minuscolo centro con la sua architettura altomedievale e le sue bellezze uniche, come unico è ciascun borgo dell’entroterra abruzzese. Sono, infatti, diversi i palazzi nobiliari e le dimore storiche come Palazzo Piccolomini, Palazzo Frasca, Palazzo Taranta e Casa Torre la Palmara, la maggior parte dei quali ha all’interno un autonomo frantoio. Meritano una visita anche gli edifici religiosi come la Chiesa e il convento francescani di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa di Santa Maria della Pietà di struttura ottagonale a due passi dalla Rocca, la Chiesa di San Nicola, la Chiesa di Sant’Antonio Abate arricchita dalle tele di Teofilo Patini, e quella di San Carlo Borromeo.
Un borgo caratterizzato da attrazioni ma anche da contrasti, come quello dovuto dalla notevole differenza tra il centinaio di residenti che si trovano in inverno e i picchi di 70mila presenze turistiche in estate, ed è per colmare questo divario che Calascio intende guardare ad un turismo destagionalizzato, che abbracci l’intero arco dell’anno e non più determinati periodi con concentrazioni altissime di viaggiatori, anche grazie alla fioritura di nuove attività ricettive e commerciali, come quella che potrebbe avviarsi dalla ristrutturazione dell’antico forno comunale.
Il tessuto urbano del paese, inoltre, trova le sue particolarità nei vicoli stretti con gli archetti, nei camminamenti, nell’acquedotto risalente ai primi del ‘900 e ancora oggi attivo, e nel piccolo lago di acqua sorgiva adiacente.
Tra le eccellenze gastronomiche locali si trovano la carne, tutti i prodotti derivati dagli ovini, e proprio per onorare una delle maggiori risorse economiche rappresentative di questa porzione d’Abruzzo, è prevista la creazione di una Scuola professionale della pastorizia con il supporto della Facoltà di Veterinaria dell’Università degli studi di Teramo. Il latte degli ovini di Calascio, peraltro, viene utilizzato per la produzione del formaggio pecorino Canestrato di Castel del Monte, una vera leccornia Presidio Slow Food.
Le attività escursionistiche e comunitarie del borgo, in aggiunta a quelle curate dall’amministrazione comunale, sono affidate alla cooperativa sociale Vivi Calascio, vincitrice tra l’altro di un progetto nazionale di telemedicina in sinergia con la Asl dell’Aquila, con la cooperativa Osa e con il medico referente del paese, per dotare gli ultra 65enni di un braccialetto smartwatch che riporti alcuni dei parametri vitali per gestire prontamente eventuali emergenze.
Presente e attiva anche la Pro Loco che per trent’anni si è occupata dell’organizzazione della Sagra del pecorino e che verrà rimodulata in futuro.
GLI APPUNTAMENTI
- Cerimonia religiosa dedicata a San Nicola di Bari nella prima domenica dopo il 9 maggio
- Cerimonia religiosa dedicata a Sant’Antonio Abate e Santa Annunziata nella Chiesa di Sant’Antonio nella prima settimana di luglio
LE FOTO
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