A Paganica la cattiva manutenzione dei canali irrigui preoccupa i coltivatori del fagiolo Presidio Slow Food

L’AQUILA – “I canali in terra battuta Riga di Mezzo e Vera, che servono le campagne di Paganica, Bazzano, Onna, San Gregorio e Tempera devono avere portata d’acqua al 100 per cento, invece ci sono grandi carenze di manutenzione che impediscono loro di rispondere al fabbisogno dei campi coltivati”.
Lo denuncia Matteo Griguoli, produttore del Presidio Slow Food fagiolo di Paganica, facendosi portavoce di numerosi agricoltori della zona alle porte dell’Aquila dove ci sono decine di chilometri di canali di irrigazione secondari che disperderebbero circa il 30% di acqua.
Il problema quest’anno sembra più contenuto a causa delle abbondanti piogge delle ultime settimane, ma si trascina da anni e compromette le colture dove l’acqua, a causa dei canali ostruiti, arriva col contagocce.
“Anziché pensare a progetti faraonici di cui peraltro si discute da decenni senza mai vederne la luce”, osserva Griguoli, “il Consorzio di bonifica Interno Aterno e Sagittario dovrebbe concentrarsi sui piccoli interventi di manutenzione che, nel quotidiano, darebbero una vera mano ai pochi che ancora oggi si dedicano all’agricoltura”.
Peraltro, secondo l’imprenditore la riqualificazione dei canali potrebbe rappresentare anche una valorizzazione del territorio dal punto di vista turistico: “Abbiamo un patrimonio ambientale straordinario – dice – e magari i nostri prodotti possono essere il veicolo per far scoprire la campagna che potrebbe rappresentare un’attrattiva dove godere della natura incontaminata. Considerando peraltro che il fiume Vera dalle sorgenti fino all’abitato di Tempera è già Riserva naturale”.
“Nella nostra zona l’agricoltura intensiva non si è mai sviluppata, anche a causa dell’orografia. Quello di cui abbiamo bisogno sono semplicemente piccoli interventi e la possibilità, per noi agricoltori, di poterci prendere cura in prima persona dei canali, cosa che oggi ci è preclusa”.
Griguoli rilancia infine l’idea, già avanzata negli anni passati senza alcun esito, di utilizzare una delle due grosse “buche” che si trovano nell’ex cava Teges per una riserva d’acqua.
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