Cronaca 08 Mar 2021 17:01

AZIENDE IN ROSA, IN ABRUZZO LA VITICOLTURA È IL SETTORE AGRICOLO CON PIÙ IMPRESE FEMMINILI

AZIENDE IN ROSA, IN ABRUZZO LA VITICOLTURA È IL SETTORE AGRICOLO CON PIÙ IMPRESE FEMMINILI

PESCARA – Le imprese femminili hanno, a distanza di sei anni, meno probabilità di sopravvivenza rispetto a quelle maschili perché si trovano ad affrontare più difficoltà delle altre, assistono ad un fenomeno di de-natalità più accentuato e segnano un decremento del numero di iscrizioni dello 0,9% rispetto al 2019.

Il loro andamento lascia, però, intravedere dei dati positivi: le imprese rosa stanno infatti strutturandosi in forme più stabili e dimostrano una maggiore attenzione ai temi rilevanti per il Next Generation Eu come il green e la valorizzazione delle competenze.

È quanto emerso dall’indagine commissionata dalla Camera di Commercio di Chieti-Pescara al Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, e presentata in occasione della Giornata internazionale della donna.

Le imprese femminili in tutto l’Abruzzo con 38.253 aziende registrate nel 2020 hanno rappresentato il 25,8 per cento del totale. Il dato si pone sopra la media nazionale che si attesta al 22 per cento. Entrando nel dettaglio a L’Aquila la percentuale è stata del 24,9 (con 7.486 imprese in rosa); a Teramo del 25 con 9.032; a Pescara 23,8 con 8.915 e Chieti, al primo posto con il 28,6 per cento (12.820).

Tra i settori con maggiore incidenza di imprese femminili si pongono l’agricoltura con il 36,8 per cento; il turismo con il 30,8 per cento; il commercio all’ingrosso e al dettaglio con il 25,1 per cento; la sanità e i servizi di cura della persona con il 45,5 per cento e altre attività di servizi con i 55,6.

Entrando nel dettaglio i comparti più rosa sono i servizi dei parrucchieri e centri estetici con il 70,1; lavanderie e puliture di articoli tessili (68,5); commercio di fiori e piante (64,3), abbigliamento (53,2).

Nell’ambito delle coltivazioni al primo posto le produttrici vitivinicole (39%), poi di olio (38,2); di cereali (38,1); seguono le allevatrici di bovini da latte (38,1%) e le coltivazioni di ortaggi (36,5).

Ciò che emerge dall’analisi condotta è quanto la pandemia abbia scoraggiato il fare impresa. In Italia tra il 2019 e il 2020 c’è stato il -21 per cento di imprese femminili, percentuale che nelle province di Chieti-Pescara sale al -25, 1 per cento.

“La Camera di Commercio Chieti Pescara svolge, attraverso il proprio Comitato per l’imprenditoria femminile, oggi rappresentato dalla presidente Luciana Ferrone, un ruolo fondamentale per il potenziamento del numero di donne nei settori ad alto impatto tecnologico e per un rafforzamento strutturale ed organizzativo delle imprese femminili – commenta il presidente dell’ente camerale Gennaro Strever – . Consapevoli delle difficoltà ormai endemiche del sistema, con la Giunta camerale abbiamo deciso, per questo 2021, di incrementare le risorse destinate al Comitato, affinché in coerenza con il programma camerale, abbia gli strumenti per mettere a frutto un programma di iniziative concrete ed efficaci”.

“La pandemia ha accelerato dei cambiamenti. Adesso spetta a noi renderli stabili, approfittando della crisi per risolvere due nodi strutturali importanti: la differenza nella propensione alla digitalizzazione ed il diverso approccio delle banche – ha sottolineato Luciana Ferrone – . Stiamo lavorando ad un fitto programma di iniziative che verrà presentato nei prossimi giorni e che punta su queste direttrici oltre a tenere conto dell’importanza della diffusione della cultura di impresa tra le donne a partire proprio dalla scuola”.

Durante la mattinata la Camera di Commercio ha chiuso la presentazione dello studio con l’intervento delle vincitrici della sesta edizione del concorso “Impresa in Rosa: che storia!” e la prima di “Impresa in rosa: che idea!”. Per la prima categoria Melania Chiappini, con la sua storia “Da ragioniera a mastro birraio in un chilometro zero” e, per la seconda “Una passione cucita addosso” di Cinzia Perinetti ed Eleonora Guidotti (in foto) e “Wilma made in Italy” di Marta Di Zio (a distanza).


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