CON GIULIO PETRONIO A CASTEL DEL MONTE UN GREGGE DI PECORE NERE PER UNA LANA NATURALE

CASTEL DEL MONTE – “Ogni gregge ha la sua pecora nera” recita un antico proverbio. Nel caso dell’azienda zootecnica Gran Sasso a Castel del Monte (L’Aquila), ne sono almeno 400. Presto ne diventeranno 500 e no, a dispetto di ciò che si potrebbe pensare non sono le ribelli del gruppo, ma un vero fiore all’occhiello dell’allevamento di Giulio Petronio, il più grande dell’aquilano con ben 3 mila capi in tutto, soprattutto di Gentile di Puglia, Sopravvissana. E la pecora nera appunto.
Tutto comincia una decina di anni fa, quando Petronio entra a far parte del progetto “Vesti l’ambiente”, promosso dall’università di Teramo, “per produrre una lana di colore naturale, senza che si facciano delle colorazioni – racconta a Virtù Quotidiane Petronio, fondatore dell’azienda nel 1984, dopo aver ripreso l’allevamento del papà messo in stand by per un paio di anni -. La lana spesso viene tinta con solventi chimici o vernici che hanno un impatto negativo sull’ambiente e sul corpo, sviluppando anche delle allergie. Partendo da una lana di colore naturale e facendo le opportune miscelazioni si possono ottenere tinte interessanti e appetibili sul mercato”.
È così che viene creato un piccolissimo allevamento con qualche capo di Petronio, altri dell’università e altri ancora della cooperativa La Campana di Ascoli Piceno. A conclusione del progetto Petronio decide di acquistare gli ovini dagli altri due partecipanti e inizia a creare il suo piccolo allevamento.
“Ho cominciato da 20-30 capi – confessa l’allevatore -. L’università aveva fatto un innesto in laboratorio con la Saxon australiana che è un’ottima produttrice di lana, dalla fibra lunga, con colore nero. Sono partito da questa e l’ho messa insieme alle mie Gentili di Puglia, che nulla hanno da invidiare alle australiane, con qualche Sopravvissana. Ed è venuta fuori questa pecora nera. Ora ne ho 400, ma entro l’anno conto di arrivare a 500 così da poter fare un gregge tutto autonomo, che al momento non mi farebbe rientrare con i costi”.
Anno dopo anno, con un quantitativo sempre più significativo, Petronio è entrato in un vero circuito di produzione tessile. “Tramite Marco Antonini, docente e presidente del consorzio Arianne, per la ricerca e lo studio delle fibre sintetiche – specifica l’allevatore – sono entrato in contatto con Loro Piana, la ‘Ferrari’ del tessile, azienda di origine italiana che da qualche anno è stata acquistata in parte dai francesi. Da circa 3 anni ritirano la lana delle mie pecore nere, anche perché da poco prima del Covid stavano lavorando a un progetto per produrre una lana nera 100 per cento italiana”.
Sul piano alimentare, questa pecora scura dà le sue soddisfazioni all’allevatore, che ovviamente a Castel del Monte non può che produrre il pecorino canestrato, tutelato dal Presidio Slow Food.
“Questa pecora nera è una razza merina – continua Petronio – con un manto di lana finissima che le protegge dal freddo e quindi mi permette di continuare il pascolo in montagna. Come produzione fa il suo bell’agnello, anche superiore alla gentile, perché sia la Sopravvissana che l’incrocio Saxon hanno la loro produzione significativa. Inoltre produce anche il latte adatto al nostro canestrato”.
LE FOTO (dal Viaggio in Abruzzo di Virtù Quotidiane)
Sostieni Virtù Quotidiane
Puoi sostenere l'informazione indipendente del nostro giornale donando un contributo libero.
Cliccando su "Donazione" sosterrai gli articoli, gli approfondimenti e le inchieste dei giornalisti e delle giornaliste di Virtù Quotidiane, aiutandoci a raccontare tutti i giorni il territorio e le persone che lo abitano.