Cronaca 22 Feb 2023 18:40

CON LE CESARINE LE LEZIONI PER IMPARARE L’AUTENTICA CUCINA ITALIANA DIVENTANO ESPERIENZE TURISTICHE

CON LE CESARINE LE LEZIONI PER IMPARARE L’AUTENTICA CUCINA ITALIANA DIVENTANO ESPERIENZE TURISTICHE

PESCARA – Pranzi o cene a base di menù tipici per assaporare la più vera cucina regionale tra le mura domestiche di una casa; corsi di cucina per imparare a fare la pasta, dolci e i piatti simbolo della tradizione italiana. È un’immersione nei gusti italiani più autentici quello che offre Le Cesarine, la più antica rete di cuoche casalinghe d’Italia, che aprono le porte della propria casa a viaggiatori provenienti da tutto il mondo, offrendo loro esperienze immersive in location suggestive, dal 2019 comunità diffusa Slow Food per la salvaguardia della cucina tradizionale italiana.

Da nord a sud, il network conta circa 1.500 Cesarine in 450 città italiane che offrono corsi di cucina ed esperienze di home restaurant a turisti, italiani e stranieri, curiosi di assaporare piatti e materie prime del Belpaese, ma anche pronti a mettersi alla prova, con esperienze direttamente dietro ai fornelli.

Cominciato nel 2004, il progetto delle Cesarine mira a promuovere e salvaguardare la genuinità della cucina casalinga, la dieta mediterranea come scelta alimentare salutare, l’accoglienza e la convivialità tipica italiana, la cultura del cibo familiare, come valore sociale, culturale ed economico del territorio, l’occupazione femminile nel settore dell’enogastronomia, le tradizioni legate alle ricorrenze del prodotto tipico italiano e le ricette, gli utensili, la preparazione e la cottura del piatto tipico.

Anche l’Abruzzo conta le sue Cesarine. Poche e concentrate nelle province di Pescara e Chieti, ma entusiaste di aprire le porte delle loro case tra lezioni per imparare a fare la pasta, pranzi, cene, ma anche tour nei mercati rionali per poi tornare in cucina per lavorare quegli ingredienti.

Tra loro, Luisa Carinci, originaria di Lanciano e residente a Pescara che dal 2011 ha sposato la missione delle Cesarine di salvaguardare e condividere la conoscenza delle tradizioni locali, delle ricette e dell’ospitalità. Architetto di professione, ma appassionata di cucina e ricette antiche, è entrata nella rete, dopo averla scoperta “su una rivista. Mi ha affascinato questo progetto. Ho sempre amato cucinare quello che si faceva un tempo”, racconta a Virtù Quotidiane.

Con origini nobiliari a Montazzoli (Chieti) e sposata con un uomo di Gessopalena, Luisa si è ritrovata in possesso di antichi ricettari delle due famiglie, con piatti risalenti al Regno delle due Sicilie. Partendo da questi preziosi manoscritti, ha deciso di elaborare un menù autentico della cucina abruzzese con cui ha conquistato Le Cesarine che l’hanno accolta in rete. Tra le ricette di Luisa compare un timballo di maccheroni in crosta dolce, “piatto antico di cui parla anche Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo, un po’ edulcorato per i palati moderni e che è stato il primo punto in comune che ho scoperto di avere con un mio compagno di liceo che, forse in forza anche di ciò è diventato ed è ancora mio marito”, racconta.

“Vengono moltissimi stranieri, in autunno e primavera soprattutto provenienti dagli Stati Uniti, e in estate dal nord Europa. Spesso scelgono di imparare a fare la pasta alla chitarra o la pizza. La cosa che mi affascina è il contatto con il mondo, loro raccontano le loro storie e noi le nostre – continua -. L’incontro con il desiderio di imparare la nostra cultura mi appassiona. Ricordo che tempo fa vennero due americani che avevano girato il mondo. Lui, di 85 anni, mi disse che l’unica cosa che gli mancava nella vita, era di mangiare in una vera famiglia italiana. Per me è stato un onore cucinare per lui”.

E se il turista più anziano veniva dagli Usa, quello più giovane che ha voluto immergersi nella cucina italiana di Luisa è stato un bimbo di sei anni di Praga “che ha voluto imparare a fare la pizza, perché il papà che ha una pizzeria lì, secondo lui ‘non la sa fare'”, sorride Luisa.

Per accedere alla rete, per la Cesarina abruzzese ci vuole un ingrediente essenziale. “Essere aperti verso il mondo. Io non posso girare, ma faccio passare il mondo per casa mia. Spesso poi si crea un rapporto che va oltre l’esperienza gastronomica del momento. Questa estate ad esempio ho ospitato un gruppo di donne americane. Una di loro aveva acquistato una casa a San Salvo (Chieti). Siamo rimaste in contatto e le ho portate a visitare il castello di famiglia che abbiamo a Montazzoli”.

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