Enoturismo in Italia, il 70 per cento delle cantine non accoglie nel weekend

PESCARA – Il 70 per cento delle cantine non accoglie di domenica. Il 40 per cento chiude anche di sabato, ma nel 70,8 per cento dei casi il fine settimana è il momento più gettonato dagli enoturisti. Basta questo dato ad evidenziare come l’Italia del vino ha di fronte un tesoretto per incrementare i propri profitti ma non sembra volerci attingere. La vera sfida però è proprio quella di trasformare in business l’esperienza enoturistica.
È quanto emerge dall’indagine sull’enoturismo in Italia condotta da Wine Meridian, la testata giornalistica fondata da Lavinia Furlani e Fabio Piccoli dedicata al mondo del vino in tutte le sue sfaccettature. Il mercato enoturistico in Italia vale 2,7 miliardi. La Francia per fare un raffronto ne genera 5 di miliardi e la Napa Valley 2. Peccato però che le presenze in entrambe quelle zone vitivinicole sono inferiori a quelle italiane. Il numero dei visitatori in Napa è infatti di 3,9 milioni, in Francia di 10 milioni e in Italia 15 milioni. Questo significa che a parità di visitatori la Napa Valley genererebbe il +280 per cento del valore del mercato enoturistico italiano.
Lo studio di Wine Meridian, presentato a Pescara, durante l’evento sull’enoturismo del Movimento Turismo Vino Abruzzo, traccia un vero identikit dell’enoturista internazionale tipo: si tratta di persone che hanno per lo più tra i 25 e i 34 anni, seguiti dalla fascia tra 18 e 24 e poi ancora tra i 35e i 44 anni. Nel 58,4 per cento dei casi sono donne e nel 41,6 uomini e provengono da Usa, Germania, Olanda e Gran Bretagna (nell’ordine). Ma gli enoturisti, che sono anche quelli di prossimità, specie da dopo il Covid, sono di almeno dieci tipologie: c’è quello enogastronomico, che è curioso e spende tanto; poi il wine lover o il sommelier, dunque le cui competenze sono elevate. Poi ci sono le coppie romantiche, gli sportivi che magari raggiungono una cantina dopo un bike tour, le famiglie, gli amanti degli animali, e infine i visitatori ricorrenti che sono già stati in quell’azienda e ci tornano. Per tutti loro, dunque, va pensata un’esperienza enoturistica personalizzata.
Le cantine italiane oggi offrono nel 70,8 per cento dei casi delle degustazioni tradizionali, il 18 per cento esperienze speciali, il 5,5 per cento eventi in azienda, e il 5,7 visite e degustazioni online. Le visite avvengono nel 70.8 per cento dei casi tra maggio e ottobre, nel 70,8 per cento i giorni più gettonati sono il sabato e la domenica se l’azienda lo consente, e le fasce orarie predilette sono le 11 e le 15. Il costo delle esperienze in media va dai 21 ai 35 euro, ma il trend dei prezzi è in costante crescita. Le prenotazioni avvengono soprattutto tra i 2 e 7 giorni prima. I canali di acquisizione clienti sono nel 16,8per cento il sito web, i social media nel 15,2 per cento, 12,6% sono visitatori casuali, e 10,9 sono tour operator, ma in tutti i casi un peso importante lo ha il passaparola.
Secondo il report, l’enoturismo accelera anche le vendite, perché il 73,8 per cento delle persone acquista vino dopo una visita, e 5.8 milioni sono le bottiglie vendute dopi una esperienza enoturistica.
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