Cronaca 20 Feb 2023 09:03

HOME RESTAURANT OSTACOLATI IN ABRUZZO, L’ACCUSA: IGNORATI ANTITRUST E SENTENZE

HOME RESTAURANT OSTACOLATI IN ABRUZZO, L’ACCUSA: IGNORATI ANTITRUST E SENTENZE

TERAMO – L’intervento del governo affinché chiarisca con un’apposita legge tutti gli aspetti attorno agli home restaurant su cui oggi c’è una grande “confusione che sta creando danni alla crescita economica e brandistica del settore in Abruzzo”. È l’appello che arriva da Gaetano Campolo (nella foto sotto), imprenditore dal 2015 attivo nel settore della ristorazione in casa, amministratore e fondatore di Home Restaurant Hotel srl, associazione che rappresenta più di 700 home restaurant in 100 città italiane.

Sebbene manchi una legge nazionale, l’attività degli home restaurant è consentita e normata per mezzo di un parere del ministero dell’Interno del 2019 che consente a chiunque voglia fare questa attività occasionale di svolgerla con comunicazione alla questura, per un massimo di tre volte a settimana, entro un limite di 5 mila euro e con ricevute non fiscali, su cui si appone una marca da bollo in caso si superi la somma di 77 euro.

In Abruzzo però, le cose non sono state così semplici per Raffaella Palermo, che avrebbe voluto far partire la sua attività a Silvi (Teramo), e così si è rivolta al Comune che le ha richiesto la presentazione di una Scia.

A quel punto Palermo ha chiesto consulenza alla società Home Restaurant, che l’ha indirizzata alla questura. Anche quest’ultima però le ha suggerito la Scia, e di attenersi alle prescrizioni contenute nella legge regionale del 31 luglio 2018.

“Quello che sta succedendo in Abruzzo discrimina i cittadini abruzzesi rispetto agli italiani e rispetto alle regole vigenti e blocca la crescita del settore – commenta Campolo – . Il parere del Mise del 2018 a cui si fa riferimento era già stato bocciato dall’Antitrust, così come affermato dalla sentenza nel 2020 del giudice di Montopoli che ha condannato il Comune che pretendeva la Scia a risarcire l’home restaurant. Nello specifico il giudice precisa che in assenza di legge quadro nazionale né Comune né Regione sono competenti e fa fede il parere del 2019 emesso dal Ministero dell’Interno che per l’appunto sostiene che grazie ad ex articolo 16 del Tulps se svolgi un attività privata in modo occasionale essa non è soggetta a licenza di somministrazione alimenti e bevande”.

“Tanti nostri associati comunicano in questura, grazie al nostro ufficio sbrigo pratiche, e indicano 3 giorni a settimana per rispettare l’occasionalità”, spiega Campolo. “Sono assurde le richieste alla signora da parte dell’ufficio di polizia amministrativa, relative a una presunta Scia in base ad una legge abusiva da parte della Regione Abruzzo che dice a chi vuole svolgere attività di home restaurant di rispettare il regolamento del 2004 inerente alla ristorazione classica”.

Le critiche di Campolo non si fermano: “Ancor più fuorviante è il comportamento della questura di Teramo nonostante la nostra denuncia in cui segnaliamo home restaurant iscritti sul sito web Cesarine e sprovvisti di comunicazione in questura, e che si promuovono indisturbati su Teramo. Siamo tutti coscienti che manca la legge quadro nazionale per questo abbiamo lanciato due mesi fa una petizione per chiedere al governo una legge per il settore home restaurant attraverso Change e vede quasi 800 firme da tutta Italia”.

L’amministratore della Home Restaurant srl si scaglia anche contro il programma Sky Home Restaurant condotto da chef Giorgio Locatelli ed il wedding planner Enzo Miccio accusati di “promuovere home restaurant non in regola con la comunicazione in Questura. Per questo la Home Restaurant Hotel srl ha denunciato quanto sta accadendo formalmente e direttamente al questore di Reggio Calabria e per conoscenza guardia di finanza e carabinieri”, conclude Campolo.


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