Il caso Roccaraso? Ci racconta di una nuova umanità alienata dai social, il turismo non c’entra

ROCCARASO – “La vicenda di Roccaraso? Non ha nulla a che vedere con il turismo. È più una questione che ha a che fare con la sociologia e ci racconta di una nuova umanità, alienata dai social”.
Ne è convinto Alberto Bazzucchi, ricercatore del Cresa a cui abbiamo chiesto un’analisi sul caso Roccaraso, “colpita” due weekend fa da una “valanga di campani” richiamati nella località sciistica abruzzese da Rita De Crescenzo, moderna sirena capace di ammaliare migliaia di persone coi suoi reel su Tik Tok.
Dopo che due settimane fa il paesino si è letteralmente bloccato incapace di accogliere tra strade, parcheggi e servizi basilari, numeri oltre ogni immaginazione, la domenica appena trascorsa ha restituito una località abbandonata, persino dai suoi consueti avventori che per non rischiare di trovarsi travolti dal caos hanno deciso di non raggiungere il paese in provincia dell’Aquila.
“Il punto di questa storia non è la destinazione”, commenta l’esperto. “Poteva succedere ovunque e in qualunque momento. Qui non stiamo parlando dell’over tourism di Venezia o di Firenze. Non parliamo né di turismo, né di escursionismo. Tutto si è risolto in una giornata, come se ci fosse un grande concerto. Ma di eventi non ce ne erano. C’è chi ha letto quello che è successo come di una fuga da un centro urbano alla scoperta di un luogo piccolo. Ma non è nemmeno questo. Roccaraso poteva essere qualunque posto in qualunque luogo d’Italia”.
Secondo Bazzucchi non c’è stato “alcun impatto economico sul territorio, se non una devastazione del paese e una trasformazione dell’esperienza turistica che altri invece stavano facendo sulle piste o passeggiando nel centro”.
Il vero impatto però è quello di immagine. “Roccaraso dovrà risalire la china”, dice, “per riposizionarsi e riguadagnare un nuovo profilo rispetto a questo immaginario che si è creato. Dovrà fare qualcosa per proporre un’alternativa rispetto alle immagini che sono circolate”.
Immagini da cancellare, da cui tanti prendono le distanze. A cominciare dagli imprenditori della zona che chiedono “di fare gli opportuni distinguo tra Roccaraso paese che ha subito l’invasione e Roccaraso piste da sci, dove invece non c’è stato nessun problema”, puntualizza Marco Giuliani, titolare di un ristorante della località sciistica.
“Roccaraso ha sempre avuto questo genere di utenza, di persone che vengono, trascorrono la giornata, non spendono sul territorio e poi partono, ma ci sono anche i tanti turisti che vengono e vivono una reale esperienza tra il paese e le piste da sci. Quello che è successo ha prodotto danni alle nostre attività, sia perché il paese non ha le infrastrutture adatte per accogliere numeri così impattanti e sia perché chi doveva raggiungerci due domeniche fa non è riuscito per le strade intasate e ieri perché ha preferito non ritrovarsi nel caos totale, che in realtà non c’è stato”.
La richiesta che arriva dall’imprenditore, rivolta a Regione e Comune è di sfruttare quello che è accaduto “per potenziare le infrastrutture, i parcheggi, aree attrezzate. Fare in modo che Roccaraso resti la perla che è veramente”.
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