IL GRAN SASSO “LIBERO” IN BIANCO E NERO NEL VOLUME FOTOGRAFICO DI MAURIZIO ANSELMI

L’AQUILA – La narrazione del Gran Sasso d’Italia attraverso il linguaggio bianco e nero della fotografia per enfatizzarne luci e ombre senza sofisticazioni, ottiche o filtri particolari, senza finiture di post produzione.
È questo in sintesi Gran Sasso d’Italia. L’essenza dei luoghi il libro di Maurizio Anselmi, abruzzese, fotografo professionista per importanti agenzie pubblicitarie e di moda, per il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga del quale ha immortalato ogni angolo nelle infinite sfaccettature di uno sconfinato ecosistema.
Alla presentazione del volume fotografico, organizzata dalla Sezione dell’Aquila del Club Alpino Italiano nell’affollata sala conferenze della sede ristrutturata di via Sassa, oltre all’autore degli scatti, Stefano Ardito, giornalista, scrittore, fotografo e filmaker con la passione della montagna e Danilo Balducci, fotografo e autore di importanti reportage sulle rotte dei Balcani e docente di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.
La raffinata pubblicazione, con la prefazione di Ardito, raccoglie nelle sue oltre cento pagine ottanta foto in bianco e nero suddivise in quattro sezioni – “L’altopiano”, “Alte quote”, “Acqua e alberi” e “Lavoro dell’uomo” – ciascuna delle quali accompagnata dai testi, con traduzione anche in inglese, del saggista Sandro Galantini.
“Ho voluto rappresentare il Gran Sasso cercando di dare una visione personale, soggettiva, del territorio maturata nel corso di una lunga e intensa frequentazione con la montagna. Una narrazione attraverso le immagini scattate con la mia lingua madre, quella in bianco e nero, senza troppi toni, un linguaggio volutamente drammatico, maturato in oltre quaranta anni di esperienza”, ha spiegato a Virtù Quotidiane Anselmi.
“Uno strumento prezioso per conoscere meglio il Gran Sasso che pensiamo di conoscere” secondo Ardito, autore di diversi libri dedicati all’alpinismo e guide su itinerari e sentieri di montagna.
Ardito sollecitato da Vq sul dibattito circa lo sviluppo turistico montano afferma che “la montagna deve essere libera. Il Gran Sasso deve essere libero. Mi piacerebbe che le immagini del libro portassero ad una riflessione: il turismo non è investire sugli impianti ma è mettere nelle condizioni chiunque di frequentare la montagna”.
Secondo Vincenzo Brancadoro, il presidente della sezione del Cai L’Aquila, anche “gli eccessivi divieti sono inopportuni. È più importante educare alla montagna – dice – che porre divieti”.
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