IL SINDACO DI LUCOLI, “PASCOLI ASSEGNATI A SEGUITO DI VERIFICHE ANTIMAFIA”

LUCOLI – Sono state intraprese “tutte le strade per assicurare una pronta risposta al grave illecito riscontrato”. Così il sindaco di Lucoli (L’Aquila), Valter Chiappini, a proposito del ritrovamento, svelato da Virtù Quotidiane che ha raccolto la denuncia dei consiglieri comunali di minoranza, di decine di ovini senza vita in località “Le Conche”, tra i pascoli del comune montano.
In una dettagliata nota (pubblicata integralmente sotto), il sindaco spiega anche che attraverso i microchip è stato individuato il proprietario degli animali il quale ha provveduto a dare incarico per lo smaltimento delle carcasse attraverso l’incenerimento.
A proposito poi delle presunte attività criminose della cosiddetta mafia dei pascoli – un fenomeno che vedrebbe grandi aziende di fuori regione occupare vaste aree di terreni con il solo scopo di accedere ai fondi europei, pur senza garantire l’effettiva attività di pascolo degli animali – Chiappini sostiene che “non compete al Comune l’attività di indagine sulle organizzazioni criminali. Tuttavia, sul punto vorrei osservare che i pascoli comunali, dopo regolare assegnazione agli allevatori residenti aventi diritto tramite le antiche regole della fida pascolo, sono stati concessi a seguito di asta pubblica, escludendo qualsiasi concessione diretta, e gli oneri adempimentali di competenza comunale, ed in particolare le ‘verifiche antimafia’ previste dall’art. 89 del Codice Antimafia, sono stati rigorosamente rispettati”.
LA NOTA DEL SINDACO
Faccio riferimento ad alcuni articoli di stampa comparsi su testate online e sulla stampa locale nei giorni scorsi relativi al rinvenimento di ovini morti sul territorio di Lucoli, per esprimere il punto di vista dell’Amministrazione Comunale direttamente interessata alla vicenda.
Innanzitutto mi preme precisare che il rinvenimento di circa 138 carcasse di ovini è avvenuto a seguito dell’attività di controllo del territorio ad opera dell’unico operatore di polizia locale alle dipendenze di questo Comune.
Pertanto, i riferimenti ad una presunta assenza di controllo da parte dell’Autorità Comunale, mal si conciliano con questo che è un fatto.
Nello specifico, lo scorso 27 dicembre il responsabile di Polizia Locale, dott. Fabio Angelone, ha rinvenuto in località “Le Conche” un numero considerevole di ovini morti ed effettivamente abbandonati e privi di custodia. A seguito di detto rinvenimento è stato subito allertato il competente Servizio Veterinario della ASL n. 1 “Avezzano-Sulmona-L’Aquila” che è tempestivamente intervenuto sul posto, assieme al sottoscritto ed al responsabile della Polizia Locale comunale, identificando, tramite i microchip, la proprietà degli ovini abbandonati.
La stessa, convocata immediatamente, si è presentata qualche ora dopo il rinvenimento. Lo scrivente non può, per ovvie ragioni di riservatezza e di segretezza, indicare nello specifico i provvedimenti adottati. Tuttavia, tutte le strade per assicurare una pronta risposta al grave illecito riscontrato – in tutte le sedi – sono state già prontamente intraprese.
Con riferimento invece all’assenza di un’ordinanza di smaltimento delle carcasse da parte del sottoscritto sindaco di Lucoli, si evidenzia che la stessa normalmente viene adottata previo parere o su richiesta della Asl competente. Nel caso specifico non è stato necessario predisporre specifica ordinanza poiché è stato disposto lo smaltimento delle carcasse rinvenute, tramite incenerimento, direttamente con provvedimento della Asl competente. Inoltre, il giorno stesso del rinvenimento, nel contraddittorio con Asl e Comune, il proprietario degli ovini aveva comunicato l’avvenuto conferimento dell’incarico a ditta specializzata per l’incenerimento.
Si sarebbe trattato quindi di ordinare un’attività già disposta da altra amministrazione e di fatto già iniziata, con un provvedimento – l’ordinanza sindacale appunto – che sarebbe stato ridondante. A riprova di ciò, si riferisce che il completamento dell’effettivo smaltimento delle carcasse è poi avvenuto, in base alla documentazione in possesso presso questo Comune, il 29 dicembre u.s..
Con riferimento inoltre alla asserita “presenza di una fossa comune di animali morti a centinaia e poi sepolti, con il rischio di percolato organico nelle falde acquifere” è mia premura precisare che nell’anno 2019 lo scrivente ha quasi esclusivamente autorizzato l’incenerimento degli animali morti, salvo poche motivate unità per le quali è stato autorizzato il sotterramento previo nulla osta della Asl competente.
Non risultano quindi sul territorio, almeno per le informazioni ufficiali disponibili, fosse comuni di animali morti a centinaia come si è in mala fede, e senza verifiche, erroneamente scritto.
Più volte si è fatto riferimento negli articoli della stampa online sul tema della presunta presenza sul territorio di Lucoli della cosiddetta “mafia dei pascoli”. È chiaro che non compete al Comune l’attività di indagine sulle organizzazioni criminali. Tuttavia, sul punto vorrei osservare che i pascoli comunali, dopo regolare assegnazione agli allevatori residenti aventi diritto tramite le antiche regole della fida pascolo, sono stati concessi a seguito di asta pubblica – escludendo qualsiasi concessione diretta – e gli oneri adempimentali di competenza comunale, ed in particolare le “verifiche antimafia” previste dall’art. 89 del Codice Antimafia, sono stati rigorosamente rispettati.
Sottolineo anche che l’economica gestione del patrimonio comunale è uno specifico obbligo di legge per le pubbliche amministrazioni oltre che una necessità in un sistema che ormai da anni si è strutturato come federale, anche dal punto di vista fiscale. È ormai dal 2011 che il legislatore ha soppresso i trasferimenti statali ed introdotto regole che impongono agli enti locali di auto sostenersi, anche dal punto di vista finanziario.
La concessione dei terreni demaniali non richiesti dai residenti è pertanto necessaria per poter erogare alla comunità lucolana i servizi e le opere che ogni buona amministrazione ha l’obbligo di rendere ed in prospettiva magari provare a ridurre il carico fiscale.
È ovvio che ciò non può avvenire a tutti i costi e resta la inaudita gravità di quanto accaduto. Il primo bene pubblico, sono profondamente convinto, è il rispetto delle regole. Questa Amministrazione si costituirà parte civile in ogni eventuale procedimento che dovesse instaurarsi a carico dei responsabili di questa assurda condotta.
Per quanto di competenza del sottoscritto, il Comune di Lucoli continuerà a fare tutto il possibile per garantire un’adeguata gestione del patrimonio comunale ma al contempo anche la tutela della salute degli animali e dell’ambiente.
Vorrei che fosse chiaro che Lucoli non è terra di nessuno – come probabilmente qualcuno immagina – e che saranno adottate tutte le misure necessarie affinché non vi sia spazio per comportamenti ingiustificabili come quelli del caso in questione, a tutela della legalità, dell’ambiente, della salute degli animali e della dignità della stessa comunità lucolana.
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