IMPRESE SENZA SOMMINISTRAZIONE ESCLUSE DAL DECRETO RISTORI, CRITICHE DALLA CONFARTIGIANATO

PESCARA – “Siamo molto preoccupati per l’ingiusta esclusione, dal cosiddetto decreto Ristori, di diverse categorie produttive. Chiediamo al Governo di estendere il provvedimento ad altre tipologie di imprese, per evitare che nel territorio abruzzese numerosi commercianti, artigiani e piccoli imprenditori finiscano sul lastrico e si cancellino migliaia di posti di lavoro”.
Così Giancarlo Di Blasio, presidente di Confartigianato Abruzzo, in merito al provvedimento con cui il Governo ha stanziato contributi per 5,4 miliardi in favore di una parte del sistema produttivo nazionale colpito dalle nuove misure restrittive legate all’emergenza Covid-19.
“Uno degli aspetti più critici del decreto è rappresentato dall’allegato 1, con il ritorno dei codici Ateco, che già attaccammo durante il primo lockdown alla luce delle gravi discriminazioni innescate. Tra gli esclusi troviamo tutte le imprese che svolgono attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione, pizzerie a taglio, gastronomie, rosticcerie e piadinerie, non ammesse nonostante i vistosi e prolungati cali di fatturato”.
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