INCENDIO DISTRUGGE L’AGRITURISMO MA NON LA VOGLIA DEI SUOI PROPRIETARI, COLLE DEL NIBBIO LANCIA APPELLO
di Giorgia Roca

CIVITALUPARELLA – Trecento metri quadrati dove avrebbe trovato spazio un grande laboratorio per la lavorazione del formaggio, una sala ristorante per le degustazioni e tre camere da letto, di cui una priva di barriere architettoniche, andati letteralmente in fumo l’8 gennaio. L’agriturismo di bioedilizia Colle del Nibbio di Paolo Ricci e Simona Nicosia rappresentava un surplus del loro sogno, nato sette anni fa a Civitaluparella (Chieti), paese originario di Paolo, e alimentato con tenacia e sacrifici.
A monte c’era l’idea di creare un’azienda integrata con piccole produzioni, mentre l’agriturismo sarebbe stato il motivo per far conoscere il loro territorio a quanti più ospiti. Lei, laureata in Scienze del turismo di Ortona e lui guida e accompagnatore di media montagna, compagni di vita nonché di lavoro, tra pochi mesi diventeranno genitori: il loro progetto più grande che rappresenta la forza per superare questo momento.
Giornata assolata ma ventosa quella della domenica 8, quando Paolo in mattinata è andato a pulire intorno alla struttura, per permettere alla ditta che avrebbe ultimato i lavori l’indomani di arrivare più agevolmente. Ancora da appurare quale sia stato l’innesco del fuoco, inizialmente molto piccolo, tanto da cercare di spegnerlo dapprima con le mani, ma ingrandito velocemente, al punto che non sono stati sufficienti due estintori né un secchio di acqua, le uniche soluzioni a disposizione.
“Abbiamo deciso di investire la nostra vita in questo paese perché ci siamo profondamente innamorati delle montagne e della natura circostante. Al momento viviamo di alti e bassi ma di sicuro non vorremmo mettere fine al nostro sogno”, confida Simona Nicosia a Virtù Quotidiane.
Prima ancora che nascesse per il paesaggio, l’amore è scoccato tra di loro anni prima, da studenti, quando Paolo suonava in un gruppo rock locale e per una curiosa coincidenza è entrato nella vita di Simona. La scelta del nome Colle del Nibbio rimanda ad un luogo immaginario che prende spunto dal nibbio reale, che spesso sorvola i terreni di loro proprietà e dà una sensazione di protezione.
Protezione che hanno provato a ricambiare anni fa, insieme ad altre associazioni di rilievo nazionale, quando hanno preso parte al comitato “La difesa” di Civitaluparella, nato per contrastare la realizzazione di un parco eolico, e salvaguardare così le specie animali protette presenti, tra le quali il nibbio reale e la sua nidificazione. “Proprio un paio di giorni prima dell’incendio siamo andati con Paolo a fare il censimento dell’animale”, racconta Simona.
La passione, trasformatasi in lavoro, è cominciata con l’acquisto dei terreni e con la loro coltivazione, fortunatamente risparmiati dall’incendio. “Sia i nostri genitori che i nostri nonni svolgevano tutt’altro tipo di lavoro, noi abbiamo iniziato per hobby con le api e la coltivazione delle patate, facendoci consigliare dagli anziani del posto”.
Anche le caprette allevate sono salve perché si trovavano nella loro stalla, nella zona finale del paese, appartenuta all’ultimo pastore locale. L’azienda agricola segue le regole di agricoltura naturale, quindi le coltivazioni non vedono l’uso di concimi e, fino allo scorso anno, la raccolta dei prodotti avveniva addirittura manualmente, mentre adesso si è dotata di un piccolo trattore e di uno scavapatate.
Ad oggi, malgrado la tragica perdita dell’agriturismo e con esso di un capitale investito di circa 400mila euro, le attività rimaste in piedi riguardano l’allevamento delle capre con la produzione dei formaggi, l’apicoltura e la coltivazione dei terreni.
È stata, dunque, aperta una raccolta fondi a sostegno del lavoro di Paolo e Simona e chiunque può donare seguendo le indicazioni e le coordinate bancarie presenti sul loro sito. Oppure possono continuare ad essere acquistati online i loro prodotti, che finora sono stati spediti in tutta Italia.
“Stiamo avendo sostegno e solidarietà dalle persone della zona che ci conoscono e che vogliamo ringraziare, e attendiamo notizie da parte delle istituzioni locali. Aldilà dell’aspetto economico che preme come un macigno su di noi”, aggiunge Simona, “sentiamo un grande dispiacere perché avevamo appena finito i lavori. Mentre bruciava la struttura, mi stava chiamando il fornitore delle camere da letto che sarebbero state pronte ad agosto”.
I contadini di montagna, come amano definirsi, non possono scoraggiarsi, anzi vogliono reagire a questo evento, in vista della nascita della loro prima figlia. “A breve ci impegneranno i parti delle capre, abbiamo ancora il miele disponibile per la vendita e per Pasqua avremo i capretti. Ci stiamo organizzando per la consegna dei formaggi e la vendita diretta”, conclude.
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