Cronaca 04 Gen 2021 20:48

IPOTESI ZONA ROSSA NEL WEEKEND ESASPERA I RISTORATORI

IPOTESI ZONA ROSSA NEL WEEKEND ESASPERA I RISTORATORI

ROMA – “La ristorazione italiana non ha pace: ogni volta che si avvicina la scadenza delle misure restrittive, ne vengono annunciate di nuove e si riparte da zero. Così anche il 2021 si è aperto con la paventata chiusura nei fine settimana e alle 18 nei giorni feriali, con i danni e le distorsioni che ne conseguono”.

Così Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi riguardo alle nuove ipotesi di limitazioni delle attività nel periodo successivo all’Epifania.

“Chiediamo – sottolinea Stoppani – a Governo e Comitato Tecnico Scientifico di dare prospettive diverse, più certe, ma anche più motivanti, a un settore che ha pagato un prezzo altissimo, ma soprattutto che ha già dimostrato di poter lavorare in totale sicurezza. Non è più accettabile che i pubblici esercizi, insieme a pochi altri settori, siano i soli a farsi carico dell’azione di contrasto alla pandemia, richieste di un sacrificio sociale non giustificato dai dati e non accompagnato da adeguate e proporzionate misure compensative”.

È indubbio che per uscire da questa crisi, conclude Stoppani, “ci sia bisogno del contributo di tutti, ma proprio per questo non si può imputare sulle spalle sempre delle stesse categorie il peso del contenimento della pandemia, affossando nel frattempo un settore strategico per l’economia del Paese e per la vita quotidiana delle persone”.

“Si penalizza la ristorazione con misure restrittive assurde ma si lasciano aperti i grandi centri commerciali, dove la prevenzione è sicuramente più complicata”, dice dal canto suo Alessandro Circiello, portavoce della Federazione Italiana Cuochi.

“Si consente il solo asporto ai ristoranti ma si lasciano circolare i mezzi pubblici senza un adeguato controllo sul numero di persone presenti”, rileva intervenendo sulle varie ipotesi dopo-lockdown in queste ore al vaglio del Governo.

“Intanto – sottolinea Circello – aumentano i suicidi per debiti, per disperazione e per mancanza di sostegno dei piccoli imprenditori del nostro settore. E la cassa integrazione, per molti lavoratori, non è ancora arrivata. Il dato più allarmante? È sotto gli occhi di tutti: famiglie intere ridotte all’indigenza, a fare la fila presso le mense solidali, impossibilitate a pagare l’affitto, le bollette, le piccole cose di ordinaria utilità”.

“Si sta togliendo dignità alla parte più debole del nostro Paese”, conclude Circiello.

“Oggi aziende ed enti pubblici sono organizzati in modalità smart: se si chiude il weekend per zona rossa, per un ristoratore qual è il vantaggio di aprire gli altri giorni della settimana?”, è invece l’obiezione mossa da Pasquale Naccari, presidente del gruppo Ristoratori Toscana e di Tni-Tutela nazionale imprese, nuova sigla che rappresenta 40mila aziende in Italia, di fronte alle nuove ipotesi di limitazioni delle attività previste per il periodo successivo all’Epifania.

“Il nostro fatturato è legato solo ai weekend”, ha aggiunto. “I ristoranti – sostiene Naccari – non sono negozi che apri e chiudi premendo un interruttore: c’è un’organizzazione dietro, e c’è una materia prima che è deteriorabile. Le misure di cui si parla, come al solito, non tengono in considerazione le peculiarità del nostro lavoro, e mancano di prospettiva: avrebbe più senso dire che si tiene chiuso fino al 10 e che poi si riparte col giallo per due settimane. Ma si deve riunire la Cabina di regia, i contagi in aumento, e quindi sappiamo già che 6 regioni passeranno in arancione o in rosso, perché il Cts ha chiesto di ridurre l’Rt. Per cui il gioco è fatto, i ristoranti non aprono”.

In questo contesto, secondo Naccari, “la cosa più grave è la comunicazione fuorviante di Conte che aveva annunciato 645 milioni per le attività di somministrazione colpite dalla crisi, a fronte dei 18 miliardi annunciati dalla Merkel: ma il problema vero è che in Italia non sono stati erogati. Non vediamo una luce in fondo al tunnel, l’ emergenza è gestita molto alla rinfusa”.


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