Cronaca 05 Gen 2025 15:19

La Sanità Usa chiede etichetta-alert per il cancro, Unione italiana vini in allarme

La Sanità Usa chiede etichetta-alert per il cancro, Unione italiana vini in allarme
foto Ansa

ROMA – Le bevande alcoliche dovrebbero riportare un’etichetta che avverta i consumatori dei rischi di cancro: lo afferma il surgeon general Usa Vivek Murthy, il capo operativo della sanità americana, avvisando che il loro consumo aumenta il rischio di sviluppare tumori al seno, al colon, al fegato e altri tipi di cancro e chiedendo una revisione delle linee guida sui limiti.

Un monito che sta facendo crollare in Borsa i titoli delle aziende del settore.

“Il consumo di alcol è la terza causa prevenibile di cancro negli Stati Uniti, dopo il tabacco e l’obesità, aumentando il rischio di almeno sette tipi di cancro”, ha affermato.

Pronta la presa di posizione dell’Unione italiana vini: “Non facciamoci travolgere dalla paura, la strada per le linee guida Usa con gli alert per la prevenzione dei rischi di cancro è lunga. E in un momento di confusione per la transizione politica, il dipartimento Sanità ha probabilmente fatto una fuga in avanti rispetto alla politica statunitense”, commenta il presidente Lamberto Frescobaldi.

In questo dibattito, “non ci sta troppo bene – ha detto il presidente Uiv all’Ansa – essere messi nella stessa barca con altri alcolici con ben altre percentuali di alcol puro e modalità di consumo diverse. Noi promuoviamo il consumo moderato e a tavola come suggerisce il modello mediterraneo. Bere vino è un piacere culturale, e dobbiamo continuare a godere di questo piacere. Stiamo lavorando da qualche tempo in sede europea per fare campagne di moderazione sul consumo del vino ed andremo anche alle Nazioni Unite, tra marzo e aprile, per portare questo messaggio di consumo consapevole e moderato di un prodotto che caratterizza il regime alimentare di un Paese come il nostro con alti tassi di longevità”.

“A New York si potrebbe anche prefigurare – ma è presto per dirlo – un incontro con i produttori di vino statunitensi che sarebbero i primi ad essere danneggiati da questi eventuali alert sanitari in etichette visto che il 70-80% delle vendite enoiche negli States riguarda vini made in Usa”.

“Il vino negli States resta un consumo elitario e quello pro capite – precisa Frescobaldi – si attesta sui 10,1 litri l’anno. Ma resta il fatto che il 2025 sarà per il nostro settore un anno cruciale negli Usa su cui insistono due elementi di preoccupazione”.

“Da una parte gli Stati Uniti dovranno aggiornare le proprie linee guida per il consumo di alcolici, ed evidentemente il capo operativo della Sanità americana si è portato avanti con l’attività di pressione nei confronti di un documento tutt’altro che deciso. Dall’altra – ha aggiunto Frescobaldi – la questione dazi, che avrebbero un peso importante per i produttori europei nel primo mercato di vino al mondo”.

“In particolare l’Italia sta reagendo molto bene al gap registrato nel 2023, con un valore dell’import statunitense in crescita a valore di oltre il 4% (1,5 miliardi di euro) nei primi 9 mesi del 2024, a fronte della Francia che invece cede circa il 5%. Si prevede che il 2024 possa chiudersi in positivo, con un valore delle importazioni Usa di vino italiano a oltre 2 miliardi di euro a quasi un quarto del valore complessivo dell’export tricolore”, ha concluso il presidente dell’Uiv.


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