Cronaca 20 Ott 2024 16:24

Orange wine, Piwi e i grandi classici abruzzesi, i produttori sfoderano il meglio a Vinaria

PESCARA – Vini Piwi, vitigni internazionali rivisitati in chiave abruzzese, Orange Wine regionali e poi bollicine metodo italiano e metodo classico e i più tradizionali vini del territorio. Hanno sfoderato il meglio dei loro prodotti i vignaioli d’Abruzzo presenti a Vinaria, il salone dedicato al vino e al formaggio in corso fino a stasera al porto turistico Marina di Pescara.

Organizzato da Blunel, il festival ha coinvolto 24 produttori regionali, convinti dell’importanza di essere presenti ad una fiera che racconta i vini del territorio al pubblico locale.

“È un bellissimo evento perché portiamo l’azienda di fronte a una platea di consumatori quotidiani”, commenta Gianluca Galasso titolare di San Lorenzo Vini di Castilenti (Teramo).

“È un’occasione per far conoscere la cantina ad un pubblico più vasto in maniera rapida”, gli fa eco Dino Taranto, commerciale di Eredi Legonziano, azienda di sole bolle abruzzesi con sede a Lanciano (Chieti).

Tanti i prodotti in degustazione, raccontati direttamente dai produttori.  “Abbiamo portato i vini bianchi, il Cerasuolo, il Montepulciano e gli Amber Wine, ovvero degli Orange Wine affinati in anfora e macerati per mesi”, ha sottolineato Gilberto Cocciarficco, responsabile di cantina di Vinum Hadrianum, di Atri (Teramo). “Sono una nuova declinazione con gli uvaggi abruzzesi, Pecorino, Montonico e Trebbiano”.

Al banco di Tenuta De Melis, rappresentata da Daniela Iezzi, c’è “la linea Bardasc (che in dialetto pescarese significa ragazzo, ndr), che sono i nostri vini giovani che fanno solo acciaio, e sono un Trebbiano, un Pecorino e un Cerasuolo. Poi abbiamo la linea frizzante Dei Pellegrini, in omaggio alla contrada San Pellegrino a Penne (Pescara) in cui ci troviamo, due referenze di Montepulciano e Cococciola e infine Il Caposaldo, la nostra riserva, un barricato 2021”.

Tra gli espositori anche uno stand Villamagna Doc che riunisce i sei produttori dell’associazione Generazioni del Villamagna, che stanno spingendo la doc più piccola d’Italia. “85 ettari rivendicati su 3 comuni, ovvero Villamagna, Bucchiano e Vacri”, precisa Carlo D’Onofrio, presidente della cantina Piandimare.

“Il progetto è iniziato nel 2000”, ricorda Franco Ferrara, presidente della cantina Villamagna, “quando abbiamo cominciato con le prime produzioni di qualità per poi arrivare al riconoscimento. Sono contento che abbiamo iniziato a raggiungere ottimi risultati, dal momento che ci sono prodotti della rete che hanno ottenuti importantissimi riconoscimenti, come i Tre Bicchieri di Gambero Rosso”.

Da Villamagna (Chieti) è presente anche Massimiliano Masciulli, dell’azienda Terre di Masciulli, con “5 referenze, 5 tipologie che rappresentano la chiave dell’Abruzzo”, spiega, “Trebbiano, Pecorino, Cerasuolo, Montepulciano e poi lo Chardonnay che è internazionale, ma abbiamo voluto dargli una chiave abruzzese”.

Perfettamente al passo coi tempi, anzi quasi premonitori, nell’azienda agricola Paolucci a Paglieta (Chieti) hanno iniziato a coltivare vitigni Piwi, cioè resistenti ai funghi. All’assaggio a Vinaria, Petrino, “da uve Piwi, impiantate 5 anni fa”, spiega la titolare Rossana Ranieri. “L’anno scorso abbiamo avuto la dimostrazione che questi vitigni sono davvero ottimi, perché con il problema della peronospora non siamo riusciti a raccogliere uva in nessun vigneto, tranne in quelli da uve Piwi”.

Tra gli espositori anche Maison Scuppoz per la quale il vino non è il prodotto finale, ma una materia prima per produrre liquori tutti abruzzesi. “Il vino è la miscela che usavano i nostri nonni”, ricorda Anna Iannetti. “Perché non raccontare un vino aromatizzato in un contesto come questo? Quando la materia prima è di eccellenza, qualsiasi infuso sa di territorio, profuma di narrazione e la tradizione si innova ogni giorno”.

Il salone prosegue stasera con l’esposizione dei produttori e con un programma di convegni a cura di Ais Abruzzo e di Città del Vino.

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