SI PUÒ ENTRARE AL BAR? DOVE SI PUÒ CONSUMARE L’ASPORTO? INCERTEZZE E CAOS E MOLTI RESTANO CHIUSI

L’AQUILA – Dopo il caos e le incertezze che oggi, nel giorno di ingresso dell’Abruzzo tra le regioni in fascia “arancione” quindi con maggiori restrizioni, hanno indotto molti bar e ristoranti a restare chiusi in attesa di capire cosa e come è possibile fare, arrivano alcuni chiarimenti dalla Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi della Confcommercio.
Il presidente provinciale dell’Aquila Daniele Stratta conferma che le attività possono assolutamente restare aperte: “Si può entrare nel locale per ordinare e pagare, il tempo di permanenza è quello necessario per effettuare queste operazioni, una o più persone alla volta ma a distanza di sicurezza. Il bagno non può essere utilizzato dal pubblico”.
I locali possono svolgere servizio a domicilio o da asporto, i prodotti acquistati con quest’ultima formula vanno però consumati altrove. A questo proposito, resta da sciogliere il nodo relativo al significato di immediate vicinanze quando si parla di divieto di consumo nei pressi del locale, motivo per il quale Stratta ha scritto alla Fipe nazionale.
In alcune città italiane, d’altra parte, alcuni bar sono stati sanzionati perché consentivano il consumo sul posto, pur servendo il caffè in contenitori da asporto. Una trasgressione che appare evidente, non è tuttavia chiaro quanto ci si debba allontanare dal locale nel quale si è comprato il caffè da portar via.
Da un’elaborazione Fipe su dati Infocamere, Istat e Insp, emerge intanto che in provincia dell’Aquila nel 2019 erano 2.211 le imprese di somministrazione, con 2.163 dipendenti donne e 1.691 uomini. Una importante fetta dell’economia – soprattutto se si considera l’indotto – che si sta fermando.
Molti si sono organizzati con l’asporto o il servizio a domicilio, ma tanti altri hanno deciso di chiudere, all’Aquila come nel resto dell’Abruzzo.
Stamattina, davanti ad alcuni bar a Pescara, all’alba si sono viste ordinate file di affezionati di cornetto e cappuccino in attesa di poter portare via, altrettanto ordinatamente, la loro colazione. D’altronde non tutti lavorano in smart working e continuano ad essere aperti negozi le scuole – in presenza per infanzia, elementari e medie – e i negozi.
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