Cronaca 31 Lug 2024 08:16

Vino, 118 cantine rappresentano il 65% del fatturato del comparto. E sono cresciute anche nell’anno nero 2023

Vino, 118 cantine rappresentano il 65% del fatturato del comparto. E sono cresciute anche nell’anno nero 2023
foto Pixabay

ROMA – “Rappresentano il nucleo più forte del mercato nazionale del vino, quello che fa la differenza e sostiene i risultati dell’intero settore, nelle annate più difficili, come il 2023 e quella in corso”.

Esordisce così Anna Di Martino, giornalista economica che si occupa del mondo enogastronomico e che ogni anno tira fuori la classifica delle maggiori realtà vinicole italiane. Pubblicata come sempre sul suo sito e sulle pagine del Corriere della Sera, l’indagine scatta una fotografia, suffragata dai numeri, dello stato di salute dell’industria nazionale del vino.

La classifica 2023 si compone di 118 nomi, 75 realtà private e 43 cooperative che insieme hanno registrato un fatturato totale di 9,1 miliardi, un export di 5,2 miliardi e 3,9 miliardi sul mercato interno, con un incremento del 2,7% del giro d’affari complessivo, una crescita export del 3,6% e uno sviluppo in Italia del 1,1%.

Si tratta di un campione significativo dell’industria nazionale del vino che rappresenta il 64,9% del giro d’affari totale del comparto, pari a 14,1 miliardi nel 2023 (stima Osservatorio italiano vini). Un peso specifico che cresce ogni anno (era il 61,2% nel 2022), anche per quanto riguarda l’export (68,6% contro il 65,8% del precedente esercizio) e le vendite sul mercato domestico: le 118 aziende si aggiudicano più del 60% del fatturato Italia contro il 57,8% realizzato nel 2022.

Nonostante le enormi difficoltà, le 118 realtà virtuose sono riuscite a chiudere l’anno in crescita, contro un mercato che ha girato la boa del 2023 con il segno meno, compreso l’export che ha chiuso i conti con una flessione dell’1% sia in valore che in volumi. L’Italia ha fatto meglio di altri paesi come la Francia (-9%), ma questa è una magra consolazione. La battuta d’arresto c’è stata e si è fatta sentire, visto il grande aiuto che le esportazioni hanno sempre dato ai risultati complessivi dell’industria vinicola. Nel suo complesso, comunque, il mercato si va rafforzando, come dimostra la presenza di ben 27 brand che hanno raggiunto e superato la soglia dei cento milioni di fatturato, entrando di diritto nel “club over 100 milioni”.

Ad aprire la classifica sono le Cantine Riunite, il gruppo che comprende Frederick Wildman & sons (Usa), Carniato group (Francia), Giv Deutschland Gmbh, Giv UK, Giv Cz (Repubblica Ceca), Shanghai Giv (Cina), Soc. agricola Tenute Rapitalà, Castello Monaci. Un fatturato da 670,6 milioni di euro. A chiuderla invece Velenosi con 10,6 milioni di euro.

Per quanto riguarda le prime 10 cooperative, la classifica vede oltre a Cantine Riunite, Gruppo Caviro, Cavit, La Marca Vini e Spumanti, Gruppo Mezzacorona, Collis Veneto Wine Group, Terre Cevico, Gruppo Vivo Cantine, Cadis 1898 e Gruppo Cantine Ermes. I colossi privati invece sono Argea, Italian Wine Brands, Gruppo Santa Margherita, Marchesi Antinori, Fratelli Martini, Gruppo Zonin 1821, Mack & Schuhle Italia, Tenute Piccini, Marchesi Frescobaldi, Mionetto.

Leader di redditività è Tenuta San Guido, celebre per produrre il Bolgheri Sassicaia.

L’indagine scrupolosa analizza nei dettagli ogni sfaccettatura del mondo vinicolo, evidenziando, oltre ai fatturati, i dati dell’export, delle bottiglie vendute, degli investimenti realizzati, delle dimensioni in termini di ettari, e della redditività.


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