BANDA DI INTRODACQUA E CINEMA BALILLA DI SULMONA SULLO SFONDO DI “SIGNORINELLA” DI MARIO MATTOLI

L’AQUILA – “Due tipi poco raccomandabili rubano una automobile americana nei pressi di un paesino abruzzese, ma al momento di svignarsela vengono fermati per una emergenza e sono costretti a far salire una ragazza che si è sentita male, Maria. Una volta giunti in paese vengono scambiati per i veri proprietari dell’auto e accolti con tutti gli onori ma il loro arrivo scatena una lunga serie di equivoci…”.
L’esperto Mario Mattòli, noto per aver creato la celebre compagnia teatrale di rivista Za-Bum e per aver firmato decine di pellicole di successo con Totò, Peppino De Filippo, Macario e altri mostri sacri, dirige nel 1949 questa simpatica e brillante commedia degli equivoci, come era in voga in quegl’anni.
Il film, una sorta di “musicarello” ante litteram, è costruito, a partire dal titolo, sull’omonima canzone scritta nel 1931 da Libero Bovio e musicata da Nicola Valente, e che è stata cantata da autori come Luciano Tajoli, Achille Togliani, Claudio Villa, Aurelio Fierro, e dal tenore Gino Bechi.
Proprio Gino Bechi è protagonista della pellicola, nel ruolo del notaio del paese che “canta meglio di Gino Bechi”, insieme ad una giovanissima ed esordiente Antonella Lualdi: il film è realmente ambientato ad Introdacqua, vicino Sulmona (L’Aquila), e la banda del paese, già allora considerata come una delle più importanti d’Italia, partecipò attivamente al film suonando la canzone Signorinella e tutti gli altri brani che Gino Bechi canta nella pellicola.
Riconoscibili le sequenze girate a Piazza Cavour e a Piazza Mazzini, mentre altre un’altra scena fu girata a Sulmona, al Cinema Balilla, poi chiuso negli anni settanta. In una scena del film il grande Aroldo Tieri, che recita nel ruolo di Carlo, cita l’Abruzzo e la sua gente, definendola “forte e gentile”: con lui ricordiamo altri grandi caratteristi presenti nel cast, l’indimenticata Ave Ninchi, Giacomo Furia, un giovanissimo Enzo Garinei e Dina Sassoli, che nello stesso anno è la protagonista de La Roccia Incantata, diretto da Guido Morelli e girato a L’Aquila e sul Gran Sasso.
Di gran nome il direttore della fotografia del film, Aldo Tonti, uno dei padri della cinematografia italiana, ricordato per la luce di Ossessione di Luchino Visconti e di Guerra e Pace di King Vidor ma anche preziosissimo collaboratore di autori come Rossellini, Lattuada, Zampa, Bolognini, Monicelli, Lizzani.
Regia: Mario Mattòli
Soggetto: ispirato alla canzone omonima di Libero Bovio e Valente
Sceneggiatura: Mario Marchesi, Aldo De Benedetti, Mario Mattòli
Fotografia: Aldo Tonti
Montaggio: Giuliana Attenni
Musiche: Felice Montagnini
Produzione: Isidoro Broggi, 85 min, B/N
Interpreti: Gino Bechi, Antonella Lualdi, Aroldo Tieri, Ughetto Bertucci, Ave
Ninchi.
*critico cinematografico
L’uscita ormai prossima del mio volume Il cinema forte e gentile, dedicato ai film girati nella nostro stupendo Abruzzo, credo possa costituire anche uno stimolo per porre la giusta attenzione verso opere non sempre note che fanno parte di diritto della storia del nostro territorio e che spesso ne hanno fatto conoscere ovunque le bellezze e le tradizioni!
Sfogliando insieme le pagine della pubblicazione, realizzata con la preziosa collaborazione della casa editrice Arkhè, mi soffermerò con i lettori di Virtù Quotidiane sui momenti a mio parere più interessanti, raccontandovi aneddoti e tanti particolari sui luoghi scelti per quei film: mettiamoci quindi in marcia, alla scoperta, come è tradizione delle pagine che ci ospitano, del bello nascosto e dei piccoli segreti anche cinematografici di questa nostra terra meravigliosa…
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