Villamagna, la piccola doc abruzzese che sogna di diventare il Barolo del Mezzogiorno

VILLAMAGNA – “Ci sono tante declinazioni del Montepulciano d’Abruzzo, anche nei prezzi, che rischiano di confondere il consumatore finale. Il Villamagna doc è una denominazione che si pone su una fascia medio-alta di prezzo, sia per selezione nel vigneto che per esiguità degli ettari e di conseguenza del numero delle bottiglie prodotte. Non possiamo collocarci su un prezzo da scaffale, né pensare di svendere il nostro prodotto”.
Nella “guerra” delle vendite, in un mercato che premia sempre di più i colossi che hanno la capacità di piazzare i propri prodotti a prezzi ultra competitivi (anche troppo) a discapito dei piccoli produttori, Katia Masci, presidente dell’associazione Generazioni di Villamagna doc, punta tutto sulla qualità della denominazione che mira a “mercati di riferimento, come il nord America, il Canada, il nord Europa dove già diverse delle nostre aziende esportano. Mercati affini ai nostri gusti, che amano vini dalla gradazione medio-alta, molto concentrati e molto complessi”, specifica.
Istituita nel 2011, tra le più piccole a livello mondiale, appena 85 ettari vitati e 80mila bottiglie prodotte, nel piccolo borgo medioevale nel quasi perfetto centro tra la montagna aspra e la dolcezza del mare, Villamagna doc ha scelto per la prima volta di presentare l’anteprima dei vini che stanno per entrare nel mercato. Lo ha fatto con un evento di degustazione, “Inedita”, aperto agli esperti di settore e poi al pubblico (nel pomeriggio), in concomitanza con le giornate Fai d’Autunno, che hanno visto il borgo della provincia di Chieti protagonista con percorsi guidati tra palazzi storici e chiese.
I vini al centro della degustazione, nella sala civica, inaugurata proprio in occasione di Inedita, sono stati il Villamagna doc classico 2021 e il Villamagna doc Riserva 2021, di Valle Martello, Torre Zambra, Palazzo Battaglini, Cascina del Colle, Piandimare e Cantina Villamagna (queste ultime due solo nella versione classico). Vini potenti, dalla gradazione elevata con i tipici tratti distintivi del Montepulciano d’Abruzzo, eppure con tante sfaccettature diverse: dall’eleganza, alla tannicità, con la frutta matura che spinge in alcuni calici, mentre in altri è il terziario a prevaricare.
“I vini della denominazione Villamagna sono un prodotto di nicchia, certamente non quotidiano”, rivendica Masci, “ma il nostro obiettivo è fare sì che quando si sceglie un vino di qualità si possa pensare alla denominazione. Per noi produttori è un fiore all’occhiello, è la possibilità di presentarci a dei mercati di pari passo con le grandi doc italiane, specie quelle del nord Italia. Ci piacerebbe diventare un punto di riferimento nell’Italia centrale e meridionale, dove non ci sono realtà così definite”.
In un momento in cui i consumi sembrano virare verso prodotti più facili, beverini, dove il vino rosso è quello meno acquistato e dove il pubblico giovane sembra sempre più distante dal settore enologico, secondo la presidente il modo per approcciare le nuove generazioni è attraverso “la scoperta del territorio. Presentare un vino fine a se stesso non permette di coinvolgere il consumatore. Eventi come quello che abbiamo promosso, dove l’esperienza gustativa si abbina alla scoperta del territorio permette di proporre una idea del vino fruibile in maniera diversa”.
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