FESTA DELLA DONNA, DUE INTERPRETAZIONI DI MIMOSA TRADIZIONALE E MODERNA DI DUE GIOVANI PASTICCERI AQUILANI
di Giorgia Roca

L’AQUILA – Sulla disparità di genere si torna a riflettere l’8 marzo di ogni anno, quando ricorre la Giornata internazionale dei diritti della donna. Una riflessione amara e insufficiente, considerato l’alto e continuo numero di violenze e soprusi subiti, ma proprio per questo portatrice di un pensiero che deve farsi azione verso la pienezza dei diritti, non solo acquisiti ma soprattutto riconosciuti di ogni singola donna, affinché sia libera dalla gabbia della paura e della sottomissione.
Il raggiungimento della parità di genere si presume avvenga entro il 2030, secondo fonti Onu, a condizione che tutti operino quotidianamente in tal senso.
Il fiore di mimosa, simbolo della ricorrenza è stato scelto, nel 1946, da Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresina Mattei, tre donne partigiane dell’Unione donne in Italia, per la sua stagionalità, per l’essere alla portata di tutti e, in particolare, per rappresentare con i suoi pallini uniti le individualità che si trasformano in collettività, quando si vincono battaglie sociali.
E questa vittoria è auspicabile da tutti gli ambiti professionali e dal quotidiano, motivo per cui dal donare il semplice rametto di mimosa si è arrivati ad accostare questa giornata a ricette di dolci più o meno tradizionali.
Anche all’Aquila gli esempi non mancano: la visione innovativa non sostituisce, al contrario arricchisce e valorizza, quella della pasticceria più antica. A rappresentare quest’ultima, la ricetta della torta mimosa della Pasticceria Torrione di Giulia Guida, terza generazione di pasticceri che ha preso il testimone dal padre Giuseppe nel 2020. La preparazione classica prevede la versione con crema chantilly e gocce di cioccolato oppure quella con fragole e ananas. Specializzati nella crema dal gusto di una volta, con uova e latte freschi, rigorosamente cotta a mano e con l’aggiunta di un soffio di panna, la base di pan di Spagna così farcita è decorata con pezzetti dello stesso e liquore, ad omaggio del fiore.
“Lavoriamo al dettaglio e prendiamo le ordinazioni quasi esclusivamente telefonicamente, siamo tradizionali anche in questo”, ammette Giulia a Virtù Quotidiane. È possibile acquistare la torta al costo di 24,00 euro al chilo e la monoporzione ad un costo variabile tra i 3 e i 5 euro.
A Federico Marrone, pastry chef del ristorante Da Lincosta che ha superato di recente la prima selezione di “EmergentePastry” – concorso ideato da Witaly di Luigi Cremona – si deve invece una rivisitazione del classico dolce classico. Una monoporzione, priva di glutine, che mantiene il gusto originale di ananas e vaniglia ma che sostituisce la crema con una mousse di vaniglia. Il pan di Spagna alla base è arricchito da un composto di ananas e frutto della passione a cubetti, ed è ricoperto da una glassa al mango con un decoro contemporaneo al cioccolato bianco.
“Mi sono ispirato principalmente alla tradizione francese che più mi ha influenzato, l’idea era quella di una monoporzione pulita dal punto di vista estetico. I piatti del nostro ristorante, del resto, puntano all’essenzialità senza sovraccarichi”, spiega Federico. La monoporzione Mimosa può essere ordinata telefonicamente oppure online al costo di 7 euro.
LA MIMOSA DI GIULIA GUIDA
LA MIMOSA DI FEDERICO MARRONE
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