A cena col vignaiolo, alle Fontanelle di Enoà è la volta della cantina Cioti

L’AQUILA – I vini di Cioti, azienda di Paterno di Campli (Teramo) a cui si deve il recupero di un antico vitigno “sconosciuto”, sono i protagonisti del prossimo appuntamento della serie “A cena col vignaiolo” al ristorante Le Fontanelle di Enoà, a Paganica (L’Aquila).
Martedì prossimo, 26 novembre un menù degustazione accompagnerà alla scoperta dei prodotti della cantina sapientemente abbinati ai piatti di Graziana Marino, cuoca autodidatta che insieme a Enrico Ciucci porta avanti questa insegna in cui la tradizione viene reinterpretata senza essere stravolta.
Si assaggeranno il Pathernus Cerasuolo d’Abruzzo doc superiore 2023 abbinato a pallotte cacio e ova, Bianco Orange 2022 abbinato a Scrippelle mbusse, Pathernus Montepulciano Colline teramane docg riserva 2017 ad accompagnare un brasato di manzo al montepulciano su purea di patate, e per concludere Pathernus vino cotto, un’altra delle specialità di Cioti tutta da provare prodotto in un antico forno all’esterno della cantina, con un semifreddo all’arancia, croccante di nocciola e cioccolato speziato.
Sviluppata su appena sette ettari vitati e 14 seminativi, l’azienda portata avanti da Filiberto e Vincenzo Cioti, padre e figlio, nel borgo medievale di Paterno, ha una lunga storia e dal 2006 ha affiancato ai vini dei classici autoctoni abruzzesi, la produzione di Indigena, un bianco Igt, proveniente da una pianta sconosciuta.
La zona di produzione è sulle colline ad un’altitudine di 400 metri, il vigneto di 60 anni è allevato a cordone speronato ed ha una densità di 2.200 ceppi per ettaro con una resa di 6000 Kg/ha. Le uve vengono raccolte a mano e portate in cantina in piccole casse. La vinificazione è tradizionale in tini. La fermentazione avviene in botti di acciaio e il successivo affinamento in botti di rovere per un periodo che varia dai 30 ai 36 mesi.
Con il suo palazzo Fidanza al centro dell’antico borgo di Paterno – costruzione risalente alla seconda metà del XVII secolo – appartenuto alla famiglia di ricchi proprietari terrieri, la cantina Cioti merita di essere visitata e scoperta sul posto. Gli anziani del paese narrano come all’interno si producesse una grande quantità di vino, a testimonianza di ciò sono stati rinvenuti oltre 10 botti di castagno e rovere risalenti alla metà dell’800, e che tutti nel paese collaboravano raccolta dell’uva per il signore locale dell’antico feudo.
La pigiatura avveniva in un antico palmento costruito interamente in pietra e mattoni. Il mosto andava nella “fonte”, galleria scavata sotto al palmento e che raccoglieva il mosto pigiato con i piedi, prima di essere travasato in botte per la fermentazione.
Gli appuntamenti che ciclicamente organizza Le Fontanelle di Enoà sono un modo per avvicinare produttori e consumatori, facendo conoscere le storie che si celano dietro a una bottiglia.
Informazioni e prenotazioni al numero 340-9768426.
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