Itinerari 15 Lug 2020 19:38

IL CAMMINO DEI NORMANNI, UN PERCORSO ESCURSIONISTICO E UNA RETE INTEGRATA AL SERVIZIO DELL’ALTA VALLE ATERNO

IL CAMMINO DEI NORMANNI, UN PERCORSO ESCURSIONISTICO E UNA RETE INTEGRATA AL SERVIZIO DELL’ALTA VALLE ATERNO

TORNIMPARTE – “Abbiamo l’ambizione di proporci come un unico territorio”, annuncia il sindaco Giacomo Carnicelli, “il territorio dell’Alta Valle dell’Aterno”.

È questo il grande obiettivo del Cammino dei Normanni, ideato dal compianto Giovanni Cialone, architetto e storico ambientalista, prematuramente scomparso solo poche settimane fa, e sviluppato dal Comune di Tornimparte in sinergia con le altre sette amministrazioni dei territori a Ovest dell’Aquila, all’interno della Progettazione Integrata per lo sviluppo Turistico dell’Area omogenea n.2.

Realizzare il progetto, quindi, assume oggi quasi i tratti di una doppia missione, quella di strutturare una grande rete territoriale coerente e competitiva, sul piano sia turistico che economico, e quella di concretizzare un sogno, per il quale Giovanni si era speso con la solita passione e perizia.

Scopriamo dunque il Cammino dei Normanni.

Il Cammino dei Normanni è percorso ad anello che si sviluppa per circa 120 km nei comuni di Barete, Cagnano Amiterno, Campotosto, Capitignano, Montereale, Pizzoli, Scoppito e Tornimparte.

Lo si potrà percorrere a piedi, in bici o a cavallo, secondo la filosofia del cosiddetto slow tourism, ossia esplorando lentamente il territorio, a cominciare dai 14 castelli di origine longobarda o normanno-sveva, ed entrando in contatto reale con le sue tante ricchezze: il paesaggio appenninico, l’architettura dei borghi e i tesori artistici, i prodotti tipici agro-silvo-pastorali, la storia millenaria e le tradizioni popolari.

Ma il progetto non ha solo lo scopo di migliorare sotto il profilo turistico l’area dell’Alto Aterno, l’individuazione delle comuni peculiarità e la costituzione di un sistema di rete sinergico, infatti, dovranno servire soprattutto a rendere più appetibile e più vivibile il territorio sia per i residenti che per gli imprenditori.

Non un’infrastruttura calata dall’alto, insomma, ma un sistema di servizi a sostegno degli operatori della Valle, come ribadisce lo stesso Carnicelli: “Il Cammino deve essere un mezzo di valorizzazione, non il fine della valorizzazione”.

E quindi insieme alle azioni proprie della promozione territoriale come la creazione di un logo, la riapertura dei sentieri e l’istituzione di un museo diffuso, saranno incoraggiate anche la libera associazione tra i piccoli produttori, la costituzione di un paniere di prodotti certificati (Igp, Deco, Presidi Slow Food), la salvaguardia della biodiversità agro-pastorale, il sostegno alle filiere locali e sarà anche prevista una formazione per gli operatori economici dell’area.

Si tratta di una svolta rispetto al passato per tutto l’Alto Aterno, che sconta, anche nei confronti della zona est aquilana, un ritardo in termini di organizzazione e messa a sistema dei servizi.

L’area, infatti, vanta una propria specificità paesaggistica, ambientale e faunistica, come pure tratti distintivi omogenei per quanto riguarda l’architettura civile e militare, gli edifici religiosi e di pregio artistico, per non parlare della ricchezza delle tradizioni folkloristiche e artigianali, messe a rischio dalla modernità e dalla mancanza di ricambio generazionale.

E inoltre non va sottovalutato il tessuto economico, fatto per lo più di piccoli allevatori e produttori agricoli, che da soli non possono reggere la concorrenza dei grandi marchi, ma che invece, insieme, potrebbero guadagnare un’importante fetta di mercato puntando, semplicemente, sulla principale caratteristica che li accomuna: la qualità del prodotto.

Oltre alla preziosa collaborazione di Giovanni Cialone, come già ricordato, il Cammino dei Normanni si è ispirato, per concetto, all’ormai celebre Cammino dei Briganti, che sviluppandosi tra l’Abruzzo e il Lazio rappresenta, dopo soli cinque anni, un modello di riferimento.

Dopo due intensi anni di lavoro dunque, il progetto, proposto con i fondi del programma di sviluppo Restart, è stato già vagliato dagli organi ministeriali e dovrebbe finalmente vedere l’arrivo del contributo economico entro la fine dell’anno.

Partirà così, dopo aver posto le basi per la costituzione della rete territoriale, la vera fase di realizzazione che costruirà i 120 km di sentiero i quali uniranno Tornimparte al Lago di Campotosto, passando la splendida area di Monte Calvo e i Piani di Cascina, la Valle di Montereale e di Capitignano, i colli di Pizzoli e di Barete e tutte le altre stupende aree dell’Alta Valle del fiume Aterno.

Un progetto ambizioso, certo, ma che coglie in pieno le reali necessità del territorio.

pubbliredazionale

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